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Borse di studio Summer Student per attività di ricerca scientifica e tecnologica

È indetto un concorso pubblico per titoli a n. 5 borse di studio per attività di formazione scientifica e tecnologica per studenti universitari o neolaureati da usufruire presso i Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN sulla seguente attività: “Borse di studio Summer Student per attività di ricerca scientifica e tecnologica” su uno dei seguenti settori: Settore scientifico * Acceleratori di particelle. * Analisi dati per esperimenti di fisica nucleare/subnucleare. * Costruzione e operazione di rivelatori di particelle. * Tecniche di rivelazione e trattamento dei segnali. * Simulazioni e metodi Montecarlo. * Acceleratori e rivelatori per applicazioni medicali, diagnostica medica. * Applicazioni degli acceleratori al settore energetico. * Applicazioni degli acceleratori alla scienza dei materiali, ai beni culturali e alle nanotecnologie. * Sviluppo di apparati per il settore spaziale. Settore tecnologico-applicativo * Progettazione meccanica, vuoto e ultra vuoto. * Elettronica analogica, digitale e di potenza. * Sistemi di controllo e feedback per impianti complessi e distribuiti. * Trattamento del segnale, sensoristica e attuatori. * Impianti criogenici. * Sistemi di acquisizione dati, elaborazione, storage. * Sistemi di analisi dati, calcolo distribuito Il bando è disponibile a questo link: https://jobs.dsi.infn.it/borseassegni/pdf/getfile.php?filename=27509.pdf La durata di ciascuna borsa di studio è di 2 mesi. Le domande di partecipazione al concorso devono essere compilate e trasmesse all’INFN per via telematica tramite il sito internet https://reclutamento.dsi.infn.it/ bando 27509 entro e non oltre le ore 23.59.59 del 20 febbraio 2025.

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Verso la QUBIT generation?

Il qubit è l’unità dell’informazione quantistica, una sovrapposizione di stati, utilizzato per realizzare computer quantistici. Perché non disponiamo ancora di computer quantistici? Dove sono il q(uantum)-phone, i giochi quantistici e le realtà virtuali?

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Una storia centenaria

Era il 1908 quando Ernest Rutherford, Hans Geiger ed Ernest Madsen iniziarono una serie di esperimenti per studi sulla radioattività con l’impiego dei primi rivelatori a gas, aprendo una strada che la comunità scientifica sta ancora percorrendo. Strada segnata da molte pietre miliari (Charpak 1968, Iarocci 1978, Oed 1987, Giomataris 1996, Sauli 1997, Bellazzini 1999, fig. 1) e che, nell’era degli esperimenti di alta energia e alta luminosità, ha trovato ampi margini di sviluppo e applicazione creando il mondo dei Micro-Pattern Gaseous Detectors (MPGD). Questa tipologia di rivelatori limita a poche centesimi di millimetro lo spazio in cui il segnale elettrico prodotto da una particella viene amplificato. Lo spazio limitato richiede poco tempo perché le cariche elettriche si neutralizzino su un elettrodo cosicché il rivelatore è pronto per un nuovo processo di rivelazione. Nel primo decennio degli anni 2000 l’attenzione si è prevalentemente concentrata su MicroMegas (Micro-mesh gaseous strutture) e GEM (Gas Electron Multiplier), che hanno trovato applicazione per la prima volta nell’esperimento COMPASS al CERN. La differenza tra le due classi di rivelatori sta principalmente nella forma dello stadio di amplificazione: una rete metallica con maglie da circa 50 μm per le MicroMegas, un foglio di kapton forato ricoperto su ambo le parti da pochi micron di rame per le GEM. Le idee alla base di questi rivelatori hanno sia sfruttato le nuove tecnologie messe a disposizione dall’industria, sia spinto la stessa industria a ulteriori innovazioni nell’ambito delle tecniche e dei materiali utilizzati nella produzione dei circuiti stampati. In …

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