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3, 2, 1… LHC riparte!

Scienziati al lavoro nella sala controllo di ATLAS al CERN.

Dopo lo stop tecnico invernale, il Large Hadron Collider (LHC) del CERN riprende a realizzare collisioni per gli esperimenti.

Ogni anno, l’acceleratore si ferma durante l’inverno per permettere a tecnici e ingegneri di effettuare le riparazioni e gli aggiornamenti necessari. Quest’anno la fermata si è protratta un pò più a lungo per permettere operazioni più complesse.

L’acquisizione dei dati sta riprendendo e terminerà alla fine del 2018 quando è prevista una fermata che si protrarrà 18 mesi (Long Shutdown 2, LS2) nella quale si effettueranno operazioni di potenziamento sia dell’acceleratore che dei rivelatori dei suoi quattro esperimenti.

Le collaborazioni ALICE, ATLAS, CMS e LHCb al momento non solo sono impegnate nell’acquisizione e nell’analisi dei dati, ma stanno anche lavorando intensamente per avere dei rivelatori con performance migliori per la fase RUN 3 di LHC per la quale è previsto anche un aumento dell‘energia da 13 a 14 TeV.

Ai LNF la presenza di ampie officine e infrastrutture tecniche uniche ha determinato la convergenza di diversi progetti di costruzione dei nuovi apparati di LHC, tra i quali il tracciatore interno al silicio per ALICE e i rivelatori di muoni per ATLAS, CMS e LHCb.

Un tecnico, in una delle camere pulite dei LNF, controlla le nuove procedure di incollaggio del rivelatore di vertice di ALICE.

Nelle camere pulite del nostro laboratorio, gruppi di scienziati e tecnici stanno assemblando e testando i nuovi rivelatori per la prossima fase di attività di LHC.

“È un lavoro impegnativo” commenta Barbara Sciascia, responsabile del gruppo locale di LHCb.

“Le persone devono lavorare diverse ore in camera pulita, riservando estrema attenzione a ciascuna operazione, dal momento che sono molte poche le fasi che possono essere automatizzate”.

Ciascun elemento dei moderni rivelatori di particelle è un pezzo unico di artigianato scientifico. Si tratta di sistemi complessi che sono interamente progettati e costruiti in casa. Spesso per la loro realizzazione è necessario sviluppare nuove tecnologie le quali contribuiscono a creare sinergie e collaborazioni con industrie high-tech.