LNF_IMG_00004267.jpg Irene Juliot CurieThumbnailsFabiola GianottiIrene Juliot CurieThumbnailsFabiola Gianotti

Ida Noddack, chimica e fisica tedesca fu la
prima ad elaborare l'idea della fissione
nucleare nel 1934.

Nella sua vita professionale incontrò molti
ostacoli, non solo a causa del fatto di essere
donna, ma anche a causa del suo
anticonformismo, che la portò a criticare gli
esperimenti dei suoi colleghi di sesso
maschile, primo tra tutti, Enrico Fermi,
all’epoca una vera e propria star della fisica
nucleare.

La storia di Ida Noddack è la storia di una
donna che ha dovuto lottare contro i
pregiudizi maschili proprio per il suo coraggio
di andare controcorrente, mettendo in dubbio
il loro operato; alla fine però, si è dovuta
arrendere, rinunciando a verificare le sue
teorie.

Ida nacque alla fine dell’Ottocento in un paese
della Regione del Reno, in Germania.
Suo padre aveva una piccola fabbrica di
vernici e fin da bambina la sua passione era la
chimica, si iscrisse all’Università di Berlino, che
da pochi anni accettava anche le donne, che
erano comunque poche, Ida fu tra le
primissime donne tedesche a laurearsi in
Chimica, una facoltà all’epoca, inutile dirlo,
molto maschile.

Dopo la laurea conseguita con brillanti voti,
cominciò a lavorare in una fabbrica di turbine:
è la prima donna impegnata in ricerche
industriali.

Negli stessi anni conobbe il suo futuro marito,
Walter Noddack, il loro non fu un semplice
matrimonio, ma anche un sodalizio nel segno
della ricerca.

Nei primi anni trascorsi in laboratorio, Ida si
dedicò allo studio della fissione nucleare: fu la
prima al mondo a elaborare questa teoria, che
però sarà convalidata solo qualche anno
dopo, il di partenza fu una critica agli
esperimenti di Fermi e il botta e risposta
avvenne sulle pagine della prestigiosa rivista
scientifica Nature, nel 1934 nessuno però
prese in considerazione la sua ipotesi in
quanto era contraria al pensiero scientifico del
momento.

Del resto, la Noddack stessa non presentò
prove dei suoi esperimenti: il suo articolo fu
ignorato dalla comunità scientifica, addirittura
deriso da alcuni, che definirono i suoi
esperimenti “ridicoli”.

La condizione delle donne in Germania e in
molti altri Paesi europei non era in quegli anni
delle migliori, la crisi del 1929 aveva visto una
notevole diminuzione delle donne nei luoghi
di lavoro, inoltre nel 1932 era stata promulgata
una legge che obbligava le donne sposate a
lasciare la loro occupazione e diventare
casalinghe in modo che ci fossero più posti
disponibili per gli uomini.

Noddack riuscì a sfuggire a questa legge
grazie al suo status di "collaboratore non
pagato", una condizione di certo umiliante,
ma era l’unica possibilità che aveva per
riuscire a lavorare.

Questo sicuramente non le fece guadagnare
stima da parte dei colleghi maschi, Ida infatti
era solo ospite del laboratorio del marito, che
lo dirigeva.

Lavorava con grande dedizione e
incessantemente senza mai ricevere stipendi
né borse di ricerca, alla fine, dopo qualche
anno e molti esperimenti, le sue teorie furono
finalmente accettate e condivise dagli altri
studiosi.

La scienziata fu nominata per ben tre volte al
Nobel per la scoperta di due elementi della
tavola periodica il Reno, che sarà così
chiamato in omaggio alla sua provenienza e il
Masurio e riceverà altri prestigiosi premi per
le sue ricerche, ma ha dovuto però sempre
fare i conti con i pregiudizi di un mondo che
non credeva alle sue teorie e alla fine, lei
stessa non ha avuto più voglia di lottare.