LNF_IMG_00004243.jpg Donna StricklandMiniatureIrene Juliot CurieDonna StricklandMiniatureIrene Juliot CurieDonna StricklandMiniatureIrene Juliot Curie

Alberta Bonanni, italiana, professoressa
universitaria, a capo di un team di ricerca nel
Dipartimento di Fisica dell’Università
Johannes Kepler di Linz in Austria,
un’eccellenza italiana nel campo della fisica,
formato da 5 donne e 5 uomini, è molto
internazionale, con ricercatori che
provengono da 10 diversi Paesi del mondo.

Lo spirito che anima Alberta Bonanni è far
crescere i talenti, “Non siamo tutti uguali
racconta la Bonanni ciascuno eccelle in
qualcosa e io cerco di scoprire ciò che i
singoli ricercatori fanno meglio e promuoverli,
farli crescere".

Si occupano di scienza dei materiali e in
questo momento lavorano sulle luci del futuro,
le luci a LED, per ampliarne lo spettro di
applicazioni. Il materiale che viene usato
all’interno delle luci a LED è il nitruro di gallio,
un semiconduttore, e la professoressa
Bonanni, Capo del Dipartimento di ricerca, sta
lavorando perché questo ed altri materiali
all’interno dei LED diventino magnetici.

“Tale proprietà spiega renderà questi materiali
impiegabili per la realizzazione di computer
più veloci, più affidabili, meno sensibili ai
cambiamenti di temperatura e per esempio
non sensibili a radiazioni, ma il nostro
obiettivo è anche far sì che questi LED
possano essere quanto prima utilizzati per
purificare l’acqua, rendendola potabile e
microbiologicamente pura”.

Un’applicazione pratica dei LED che
cambierebbe le condizioni di vita in moltissimi
Paesi del Terzo Mondo, con conseguenze di
portata straordinaria.

“I prototipi di queste apparecchiature per
purificare l’acqua sono già adoperati sulla
Stazione Spaziale Internazionale che orbita
attorno alla Terra” rilancia la Bonanni. In
genere per rendere potabile l’acqua si usano
prodotti chimici, ma i batteri si adattano
facilmente, oppure le lampade ultraviolette,
che però sono molto grandi e ingombranti. Il
team della professoressa Bonanni, come altri
gruppi nel mondo, sta cercando di utilizzare i
LED che funzionano nel profondo
ultravioletto, ossia emettendo una luce non
visibile, per distruggere con queste lunghezze
d’onda i batteri".

Ciò su cui occorre studiare e lavorare è il
miglioramento dell’efficienza di questi LED,
che al momento è bassissima, impedendone
così un uso su larga scala.

“L’efficienza di un normale LED va attorno
all’87-90% dice la Bonanni invece quelli usati
per la purificazione dell’acqua hanno
un’efficienza dell’1-2%.

Molto ancora c’è da capire sulla fisica e la
chimica che sta dietro a questi problemi di
efficienza e poi fabbricare le strutture
adeguate”.

Dopo la laurea presa a Trieste Alberta
Bonanni ha preso un biglietto di sola andata
per gli Stati Uniti, perché voleva confrontarsi
con qualcosa di nuovo e perché aveva il mito
dei laboratori avveniristici americani. Dopo tre
anni ha deciso di tornare in Europa anche per
motivi familiari, per avvicinarsi di più all’Italia.

È così che ha scelto l’Austria, dove
inizialmente pensava di trattenersi solo per un
paio d’anni, ma che poi è diventato il luogo
nel quale è voluta rimanere, consolidando la
sua posizione nell’Università Johannes Kepler
di Linz.

Una carriera che in Italia non sarebbe stata
possibile, e non a questi livelli.

Molte le collaborazioni con Stati Uniti e
Giappone, molto all’avanguardia in tale
campo, visto che proprio Nakamura, Amano e
Akasaki hanno vinto il Premio Nobel per la
Fisica nel 2014 per aver inventato i LED a luce
blu.

“Oggi si deve capire che non si può lavorare
da soli, sottolinea la Bonanni abbiamo
bisogno di parlare e confrontarci per ottenere
risultati di rilievo.

Noi siamo fisici sperimentali, ma abbiamo
necessità di parlare con i fisici teorici, si deve
lavorare in team misti, servono contatti con
chimici, matematici, ingegneri, specie se
l’obiettivo è di avere applicazioni reali”.

Tra i progetti importanti, che fa ben sperare
per il futuro c’è la costituzione di un polo di
eccellenza in Austria, il Linz Insitute of
Technology, non limitato solo alla fisica, ma
che si propone di spaziare anche alla
medicina e alle scienze sociali.

Una creatura appena nata, che pian piano
prenderà forma e consistenza, con l’obiettivo
di attirare talenti dal mondo.